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nei computi il calo uniforme del 12,50 per cento, e che d’altronde si tratta sempre di una produzione media eseguita con mezzi imperfettissimi, anzichè di una massima produzione con mezzi perfezionati. Il Calmerio stesso del 1340, riportato nello Statuto del 1353, indica apertissimamente che la riforma del Bizzozzero avvenne, non già per alterazione delle nostre misure di capacità, ma bensì per le cause che abbiamo enumerate. Mentre infatti il Calmerio del 1263 e 1331 comincia col prezzo di 24 denari, o due Soldi, per ogni Stajo, e termina con 96 denari, od 8 Soldi, come due estremi che forse non furono mai raggiunti, il Calmerio del Bizzozzero comincia bensì apparentemente con due soldi, ma di fatto non diventa applicabile che col prezzo del frumento a 3 soldi per Stajo, poichè vi è compenetrata la mercede al fornajo, e giunge fino ai 24: il che indica, almeno fino ad un certo punto, una notevole alterazione nelle monete qui correnti. E mentre nel primo i pani, qualunque sia il loro peso, hanno sempre il valore di un denaro, nel secondo Calmerio si dovettero per necessità ammettere pani da due o da quattro denari, poichè se si fosse voluto mantenere inalterato il prezzo di 1 denaro, si riduceano a forma troppo esigua quanto più cresceva il valore del frumento. La riforma adunque del Bizzozzero era richiesta dalle mutate condizioni del mercato, non già da alterazioni di misure, perchè, quando ciò fosse stato, o la legislazione di quell’epoca, che possediamo completa, o gli altri documenti, che sopravissero numerosi, non avrebbero mancato di indicarlo: la bassa produzione di pane stabilita dallo Statuto del 1263 per ogni Stajo,