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parte dello Jugero, colla Pertica rettangolare, dodicesima parte dello stesso. Questa distinzione diveniva tanto più necessaria, in quanto che vediamo fino al principio del secolo undicesimo perdurare il sistema di attribuire quel nome alla semplice Pertica quadrata (Giulini, 3 p. 46), ma insieme vediamo anche che la riduzione delle Tavole in Pertice iugales non era ancora entrata nella comune consuetudine in alcuni contadi se non assai tardi. Infatti, nei nostri documenti il nome di Pertica iugalis non compare la prima volta che nel 896 (Lupi 1, 1053), malgrado che questo nome fosse in uso già fino dal 753 (H. P. Mon. 13 col. 31 seg.): per lo innanzi da noi i terreni si calcolavano a Tavole, o ad Jugeri e Tavole. In una donazione poi fatta nel 892 dall’arcivescovo Anselmo di Milano si legge: est autem mensura ipsius terre secundum huius temporis Geometras Perticas iugiales septem et tabulas sedecim (Giulini 2 p. 30; H. P. Mon. 13. col. 595 d), ma qui, per una tale espressione non è da intendersi, che questo modo di calcolare la estensione dei terreni a pertice iugales fosse introdotto di recente, poichè il documento del 753 ed i successivi escludono del tutto una tale induzione, ma essa è da interpretarsi come una indicazione del modo con cui andava preso il valore delle pertice iugales, che era affatto opposto a quello con cui si calcolavano le pertice o decempedae quadrate (scripula) dello jugero romano non solo, ma anche dello jugero di quell’epoca: il qual modo vedemmo continuato fino al 1006, sebbene il valore della Pertica lineare fosse cambiato. In altri termini, gli agrimensori di professione (Geometrae) calcolavano le loro