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avere la superficie di 28800 Piedi quadrati, corrispondenti a 288 Perticae o Decempedae quadrate. Lo Jugerum si divideva in due Actus, due quadrati da 120 Piedi per lato; lo Scripulum poi non era altro che la Pertica o Decempeda quadrata o la 288ma parte dello Jugerum (Hultsch, Metrol. p. 67 seg.). Quest’era la più usuale divisione dello Jugerum; troviamo tuttavia in un frammento indicata anche la Tabula come quarta parte dello Jugerum, la quale quindi conteneva 72 pertiche quadrate (Metrol. Script. 2 p. 125, 19). Questi nomi in parte durarono anche nella età di mezzo, ma il valore delle misure da essi rappresentato dovea necessariamente rimanerne alterato, poichè, dove giungono i nostri documenti, la Pertica lineare non è più di 10, ma bensì di 12 Piedi, e questi non corrispondono più all’antico Piede romano, ma bensì al Cubitus o Piede e mezzo (v. sopra § 2). La maggiore misura dei terreni fino dal 745 è detta ioge (H. P. M. 13 col. 26 a), od iuges e persino iuies (ibid. col. 40 seg.). Se qui si richiami alla provinciale misura detta jugum (Metrol. Script. 2, p. 51, 154 seg.), o se sia una corruzione di jugerum (poichè difficilmente si può pensare al catastale jugum, v. in Marquardt, r. St. 2 p. 218 seg.), non si può decidere con certezza; sta però per la seconda supposizione il fatto, che in un documento del 753 troviamo usate indistintamente le voci iuges ed iugerum (H. P. M. 13 col. 31 seg.). Così nello stesso anno troviamo nominate le Tabule: non si deve però pensare che qui si tratti della tabula, la quale, come dicemmo, era la quarta parte dello Jugerum, perchè il numero delle Tavole nella massima parte dei casi