fra coloro, che riscuotevano il teloneo della fiera di S. Alessandro, ed alcuni negozianti di Novara e di Milano, parecchi testimonii chiamati in causa dichiaravano, essere antica consuetudine che si esigessero «de unoquoque plaustro tosellorum denarios quatuor — et de Soma toselli licchati (legato) denarios duos51.» I Torselli (qui forse per errore di chi trascrisse il documento detti toselli) erano i rotoli di panno52, il dazio dei quali non era quindi fondato sulla misura lineare, ma sibbene sul peso o Soma. Nel nostro Statuto del 1204-48 abbiamo: «Solid. sex imperial. de quolibet. carro ferri cocti non laborati et denar. decemocto imperial. de qualibet Soma ipsius ferri non laborati. — Et solid. tres imper. de qualibet Soma de cavezolis et denar. duodecim imper. de qualibet Soma lignaminis laborati, et solid. tres imper. de qualibet Soma baldinelle. et solidos duos imp. de qualibet Soma vasorum lapideorum operandorum ad coquinam. et denar. duodecim imper. de qualibet Soma sacchorum53.» Nessuno degli oggetti, che sono qui enumerati, lascia presupporre la Soma come misura di capacità, ma bensì soltanto come misura di peso, poichè nè il ferro cotto, nè i rotoli di panno, nè i vasi di pietra ollare, nè infine i sacchi potevano essere valutati con misure di capacità. Quindi nello Statuto dei Dazii del 1431 la Soma di coti grandi era calcolata di 20 Pesi54: quella del ferro e dell’acciaio di Pesi 14 e mezzo55: la Soma della carta in 16 Pesi56, e, senza indicarne la portata, vi sono accennate la Soma di mercanzia e la Soma di carbone57. Quest’uso di indicare una grande massa di oggetti mediante il peso