che la Scala, la quale accompagna la Carta Topografica della nostra Provincia edita nel 1818 dall’Ingegnere Manzini. Che tale dovesse essere il nostro Miglio, si convalida col fatto, che esso si trova basato sovra una locale misura, quale è il Braccio da panno, mentre quello dato dal Rota si appoggia a rapporti, che non sono possibili col nostro sistema di misure lineari. Inoltre il nome di passus, che, come vedemmo, fu attribuito alla nostra auna mercantile, non può evidentemente connettersi che colla misura itineraria. Non vogliamo punto dire che in origine il passus sarà stato di soli due Piedi: più verisimilmente sarà stato da 10 Somessi o cinque Piedi, quale si mantenne fra le valli dell’Italia Superiore, a cagion d’esempio, a Creto ed a Condino nelle misure dei terreni (Malavasi, p. 81, 82; v. sopra § 10), e in tal caso nel nostro Miglio locale saranno entrati esattamente 1000 Passi o 5000 Piedi, come nel romano: ma una volta che cadde in dissuetudine quel lungo ed incommodo Passo, e che per gli usi commerciali si introdusse la misura di soli 2 Piedi, come quella che meglio si prestava alle giornaliere esigenze, a questa venne mantenuto il nome di passus, ma il Miglio rimase inalterato, poichè, sebbene non venisse più a risultare di 1000 passi geometrici come in origine, o per lo meno di 2000 passi comuni da Piedi 2 1/2 ciascuno, nullameno la base rimase ancora la stessa, essendochè 2500 Braccia mercantili o, che è lo stesso, 2500 di questi Passi più recenti corrispondono ancora in ultima analisi a 5000 Piedi. Si noti da ultimo, che in un diploma del 975 l’imperatore Ottone II concede al nostro vescovo piena