ma pel suo valore abbiamo due versioni differenti. Il Rota (Stor. ant. di Berg. p. 134 seg. Nota 3) scrive: Quanto al miglio Bergamasco, che importa quattromila piedi d’Aliprando, cioè secento sessantasei cavezzi e quattro piedi, viene ad essere alquanto più corto del miglio comune, poichè un grado importa settacinque miglia antiche, sessanta comuni moderne e sessantatrè e mezzo Bergamasche in circa. Senza alcun dubbio qui il Rota attribuì alla nostra città quel miglio Lombardo, che era in uso presso i Periti del censo milanese nel secolo scorso, e che da due secoli si vedeva graficamente rappresentato anche sulle Carte della Lombardia (Istruzione ecc. p. 46). Infatti quel miglio si teneva formato da 3000 Braccia di Milano, e siccome il piede d’Aliprando era ragguagliato a 9 Once di questo Braccio, così ne viene ancora che il miglio conteneva 4000 Piedi d’Aliprando, che è il valore attribuito dal Rota al nostro Miglio (v. sopra § 3). Se si badi che in questo Miglio non entrava neppure un numero esatto di Cavezzi, e insieme di nessun’altra delle nostre misure, è facile scorgere che questa misura itineraria data dal nostro Autore non deve essere sorta fra noi, ma bensì devesi ritenere come una importazione da altri contadi: ed infatti il rapporto fra il Braccio ed il Piede liprando accenna direttamente alla città di Milano. Il signor ing. Angelo Ponzetti, che diede alla nostra Provincia una pregiata Carta Topografica, gentilmente ci comunicò con sua lettera, che il miglio Bergamasco contiene 2500 Braccia da panno. Infatti la Scala grafica riportata sulla sua Carta è basata sovra un tale valore, come sopra un tale valore è fondata an-