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Saepe sub hac Dryades festas duxere choreas,
Saepe etiam manibus nexis ex ordine trunci
Circuiere modum, mensuraque roboris ulnas
Quinque ter implebat.

E vi ha motivo di credere che questa misura del doppio Piede siasi continuata attraverso ai secoli. Già vedemmo (§ 4) che il Braccio di Milano non è che il doppio del Piede romano, ed il rapporto, in cui fino alla più tarda età fu posto col Piede di Liutprando, indica che forse inconsciamente si ripeteva un fatto tramandato di generazione in generazione. A Lucca il Braccio per la seta era pure un doppio Piede romano (Saigey, Métrol. p. 178): a Carrara si conservò quasi esattamente l’antico Piede romano in millimetri 293,34 (Saigey, a. l. c.; Malavasi, Metrol. ital. p. 77), ma nella vicina Massa il Braccio mercantile è pure il doppio di quel Piede con una insignificante alterazione (mill. 296,4, Malavasi p. 89). Questo sistema di fondare le aune mercantili sovra un locale Piede agrario o da fabbrica trova moltissimi esempi nella nostra Metrologia, e se per la mancanza di documenti non possiamo dire se tutti risalgano ad una delle epoche più remote, non è men vero d’altra parte che si debba in questo fatto vedere un sistema tradizionale, che può risalire ai più antichi tempi. Quindi in tutto il Friuli troviamo il Braccio mercantile di millim. 680,98 non essere che il doppio del Piede agrimensorio o da fabbrica da millim. 340,49: a Polcenigo si alterò un poco il valore di questo Piede, che fu trovato di millim. 343,9: