e ciò evidentemente perchè non si riducessero a nulla le guarentigie introdotte dalla consuetudine, e sancite dalla legislazione, nella misura del panno mediante il passus (Stat. an, 1204-48, 13 § 8. v. sopra § 7 p. 185): poi dove si ordina ut nequis Textor ordeat nec texeat aliquam telam pergamensem que sit ultra sedecim parietes (13 § 37): indi ove è stabilito ut omnes parietes Civitatis et Virtutis Pergami debeant amuelari hinc ad calendas Aprilis ad parietem antiquam que est super rezzios eccl. s. Marie Maioris si non sunt facte seu amuelate (ibid. § 39): da ultimo dove, prescrivendosi la lunghezza del pettine della tela, si vuole che venga scolpito in muro ecclesie S. Marie Maioris prope parietem Texiorum signatam in ipso muro (ibid. § 40; Stat. an. 1353, 8 § 25). Questa misura scomparve insieme a molte altre da quel muro, sicchè non è lasciato aperto il campo che alla induzione. Il Tiraboschi nel pregiato suo Vocabolario dei Dialetti Bergamaschi (s. v. Parét) dice che questa misura ha la lunghezza di dieci braccia da panno, ma ciò non può essere perchè nello Statuto del 1353 troviamo ordinato (8 § 34): quelibet pecia panni bergamaschi sit de octo parietibus si sit integra et de quatuor si sit dimidia. — Et quod nulla pecia panni bergamaschi de parietibus octo possit tirari ultra brachia quinquaginta, et quod nulla pecia panni bergamaschi de parietibus quattuor possit tirari ultra brachia vigintiquinque. Se la Parete avesse avuto dieci braccia di lunghezza, diventerebbe inintelligibile questo Statuto, perchè la pezza intera del nostro panno, senza bisogno di essere tirata, avrebbe già avuto la lunghezza di ottanta Braccia; è miglior consiglio il ritenere che la Parete corrispondesse alla