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cimoterzo, sotto l’anno 1242, troviamo ordinato: quod Potestas eligi faciat duos homines qui debeant super esse inquisitioni — passorum (§ 449 in H. P. Mon. 16, 2 col. 1139); negli Statuti di Brescia della stessa epoca vi ha: item quod omnes drapi lane vendantur et emantur maiori passo consueto (poichè, a quello che si vede, esisteva un altro passus di minor valore), et quod tantum unus passus sit, scilicet unius mensure qui ferratus sit ab utroque capite, et si quis contrafecerit vel apud aliquam personam inventus fuerit passus maioris quantitatis cet. (H. P. Mon. 16, 2 col. 1584, 119; Stat. 1313, 2 § 98 ibid. col. 1675); negli Statuti del 1313 della stessa città si legge: mensurent cum passo posito per medium panni (4 § 80 ibid. col. 1824). Il Passus è adunque il Braccio col quale si misura il panno, e questa induzione risulta non meno evidente dal nostro Statuto più vecchio, ove è detto (13 § 7): item statuimus ut Consules mercatorum debeant habere curam amuelandi passos sine honere Comunis, più ancora da una aggiunta fatta allo stesso Statuto nel 1259 (ibid. 13 § 8), dove nell’interesse dei compratori è prescritto: quod mensura panni fiat super dischis super quibus ponatur ipse pannus distensus. Et in capite cuiuslibet Passi possit poni digitus grossus in transversum. Queste due ordinanze si trovano mantenute nei secoli posteriori (p. e. Stat. an. 1331, 13 § 6; Stat. an. 1422, 1 § 87 ecc.); nella tariffa dei verificatori dei pesi e misure inserita nello Statuto del 1353 sono stabiliti tre denari per quolibet Passo (8 § 146), e il nome di passo è ancora conservato nelle tariffe del 1581 e del 1613 (Calvi, Effem. 1 p. 39, 224 seg.). Però nella prima metà del secolo decimoquarto, di