meno di once sei, e il piede delle pertiche è precisamente un piede e mezzo dei comuni. (2 p. 425 seg.) I piedi di cui vengono composte le pertiche, sono adunque i piedi di Liutprando, e infatti sono diversi dai piedi comuni, due dei quali formano quasi un braccio ordinario milanese, onde ciascun piede equivale circa ad once sei di quella misura divisa in dodici once. All’incontro i piedi delle pertiche, ossia i piedi di Liutprando, sono lo stesso che il Sesquipes dei Latini, vale a dire un piede e mezzo de’ comuni. Questa testimonianza è importantissima per più rispetti. E primamente ci fa conoscere la esistenza in Milano dell’antico Piede romano durato fino al secolo scorso col valore, come si ricava dalle comparazioni del Giulini, di millimetri 290,123, quindi inferiore al valore normale del Piede romano che era di millimetri 295,74 (Hultsch, Metrol. p. 75 seg.). In secondo luogo vediamo che il Piede di Liutprando non è che il Cubitus del Piede romano; infatti esso formava un piede e mezzo de’ comuni di Milano, la origine dei quali non può essere in alcun modo posta in dubbio; da ultimo vediamo che il Braccio di Milano è composto di due Piedi romani, il cui valore fu di alcun poco alterato. Questo è tanto vero, che la tradizione e dell’origine del Piede liprando e di quella del Braccio si mantenne fino alla più tarda età, perchè, quando gli Statuti volevano, che quel Piede fosse composto di nove once del Braccio, implicitamente ammettevano, che quest’ultimo fosse composto di due Piedi comuni, e che il liprando non fosse che il cubito di uno di questi Piedi comuni. Ed invero, che questi così detti legittimi Piedi agrari formatisi nelle età di mezzo, non fossero che il cubitus di un Piede lo-