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quod quidquid de campionibus et contrapensibus et penso auri et argenti observatum est in civitate et burgis et suburgis Pergami hic retro observetur in Pergamo et eius districtu et episcopatu in futurum, e vedemmo che appunto i pesi dei metalli preziosi avanti quest’epoca non erano appunto che quelli usati in Milano: in tutti gli Statuti, come abbiamo già avvertito, vi ha un identico computo del peso dell’acqua del Vasine in marchi ed once, il che dimostra che, dalla prima sua introduzione, il peso di marco si mantenne in uso costante presso di noi, che non subì alterazioni di sorta, oppure subì soltanto di quelle alterazioni che sfuggono alla indagine storica (cfr. Pasi, Tariffa dei Pesi e Mis. fol. 14 v., 15 r., Venezia 1557): che infine, in tutte le posteriori tariffe di verificazione, anche in quelle che furono mano mano riformate dai nostri Consigli, il marco trova una tariffa ed un posto distinti da quelli di tutti gli altri pesi e campioni. Infatti, la tariffa dei Bollatori, che per la prima volta è data dallo Statuto del 1353 (8 § 146), si conservò inalterata in tutti gli Statuti che vennero di poi, e persino in quello del 1493. In essi per il bollo del marco sono stabiliti 12 denari, che è il doppio della tariffa di tutti gli altri pesi e misure, appunto perchè, come vedemmo qui sopra, questa incombenza era affidata ad uno speciale bollatore. Dopo il 1493 non sono a nostra notizia che due modificazioni di questa tariffa, l’una avvenuta nel 1561 in cui, stante il mutato valore delle monete, si aumentarono i diritti di bollo per ogni singolo peso e per ogni singola misura: pel marco però si mantennero i 12 denari od 1 soldo