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I Pezzetto Marchi Oncie 1 Quarti
II » » » 2 » 2
III » » » 4 »
IIII » » 1 » » 2
Marchi 2 » »

Di fronte a questa testimonianza così aperta (cfr. Giulini, Mem. stor. 5 p. 460; 6 p. 14, 137 seg., 142, 171; 8 p. 314) perde affatto del suo valore, e per essere più recente, e per non prestare una base sicura al calcolo, il documento del 1286 (H. P. M. 16, 1 col. 968), pur milanese, ove si legge: fecit apponi unam Marcam et duas uncias et dimidiam argenti quod emit pretio sex librarum tertiolorum, mentre può essere importante per calcolare il valore intrinseco di queste monete. Già nel 1172 troviamo stabilito il rapporto delle marche d’argento di Pavia e di Colonia colla moneta genovese (Liber. Jur. R. Gen. in H. P. M. 7 col. 276): nel 1242 il peso di marco era in uso in Vercelli, poichè in quelli Statuti troviamo ordinato quod Potestas — eligi faciat duos homines — qui debeat superesse inquisitioni mensurarum blave vini et Marcorum et pensarum et passorum et librarum (§ 119 in H. P. M. 16, 2 col. 1139): nel 1281 gli orefici di Brescia domandarono di poter esercitare la loro arte come quelli di Milano, di Venezia, o di qualche altra città di Lombardia, e fu prescelta Venezia da cui ricevettero le relative discipline fondate sul peso della marca veneta (Stat. Brix. saec. XIII, ibid. col. 1584-221; Stat. an. 1313, ibid. col. 1695 seg.). Per quella legittima influenza che una grande