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seg.), a Milano nello Statutum Jurisdictionum si prescrive la lega della moneta Provinorum o della moneta Ambrosinorum grossorum a seconda della entità dei lavori in cui era impiegato l’argento (H. P. M. 16, 1 col. 1062), e la lega di Milano servì di norma anche per noi dal 1353 in avanti (Stat. an. 1353, 11 § 10), mentre dell’aurum Terinorum, con strana storpiatura, se ne fece un aurum terrenum (ibid. § 11), al quale era attribuita la lega di un terzo, metà rame e metà argento.

§. 2. Le due prescrizioni adunque del nostro più vecchio Statuto permettono di ritenere che la introduzione del peso di marco fra noi non sia avvenuta che nella prima metà del secolo decimoterzo, e con tutta verisimiglianza quando s’incominciò effettivamente a battere moneta; e siccome, secondo le fondate induzioni del conte Sozzi, ciò non può essere avvenuto che intorno al 1237 (Sulla moneta di Bergamo, p. 16 seg.), così intorno a quest’anno, o ad un tempo di poco anteriore, può riferirsi la disposizione da noi recata del nostro più vecchio Statuto sulla verifica dei marchi. Che se badiamo che in quella si fa menzione dei Milites justitiae, che nei nostri ordinamenti compaiono per la prima volta nel 1217 (Hist. P. Mon. 16, 2 col. 2053; cfr. Ronchetti, Mem. stor. 4 p. 11), si farà più aperto come la introduzione del peso di marco nella nostra città debba appunto cadere nel periodo di tempo che corse dal 1217 al 1237. Quando nel 1254 si fece la convenzione monetaria fra le città di Cremona, Parma, Brescia, Piacenza, Pavia, Tortona e Bergamo, si diede una doppia base alle monete: fu prescritto il peso di