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accipiantur — de modio olei IIII soldi imper. (2 § 254, ibid. col. 1716 seg.); item statuunt correctores quod modius olei extimetur de tempore preterito XL soldi imper. (3 § 100, ibid. col. 1747; 3 § 181, ibid. col. 1766).

134. Pergam. in Bibl. n. 432, Riportiamo quasi per intero questo inedito documento perchè è la base delle nostre ricerche sulle misure del vino in questi secoli: Die quintodecimo exeunte Marcio millesimo trecentesimo quarto ind. secunda sub. palacio Comunis Pergami. — Ibi frater Finettus de Mocho — fuit confessus ad postulacionem Venturini fil. quondam Villelmi de Manduca civit. Pergami quod ipse Venturinus eidem fratri Finetto dederat et solverat Minam unam oley linose legate et relicte ipsi hospitali (s. Lazari) occasione illuminandi infirmos et infirmas ut continetur in testamento d. Verdelli Villani rogatum per Guillelmum de Almine not. die Veneris duodecimo intrante Marcio millesimo ducentesimo vigesimo septimo — per judicerium seu prastationem ipsius judicerii anno currente millesimo trecentesimo tercio cuius fuit terminus in s. Martino prox. preterito. La casa gravata da questo canone era posta entro la città, nel luogo detto Sub Plazzis, cioè in contrada S. Giacomo.

135. I due rotoli n. 391, 432 in Bibl. portano alcune di queste quitanze scritte le une di seguito alle altre. Essi andrebbero uniti, il che si potrà fare quando a quei cataloghi di Pergamene si potrà dare una più razionale disposizione, il che fu impossibile a farsi prima pel disordine con cui quei documenti pervennero alla Civica Biblioteca.

136. Tutti gli olii vegetali hanno una densità inferiore a quella dell’acqua (Selmi, Encicl. chim. 8 p. 297), e sarebbe certamente un far torto ai nostri maggiori il pensare che non si sieno accorti di questo fatto, che la esperienza quotidiana poteva porre ad ogni momento sotto i loro occhi. La densità varia col variare della temperatura: noteremo soltanto che a 12 gradi C. quella dell’olio di lino è di 0,939 e quella dell’olio d’olivo è di 0,919. D’altra parte gli esempi che abbiamo estratti da Papias dimostrano che a quell’epoca si conoscevano i risultati dell’esperienza grecoromana su questo argomento (v. Nota 124): che anzi, se ciò che questo autore scrive rispetto al Sextarius fu estratto esattamente da qualche Tavola metrologica in quel tempo relativamente abbastanza diffusa, sarà forse stato