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della Cristiana credenza, cresciuto nell’amore de suoi seguaci quanto più una brutal forza avealo per l’avanti travagliato, vincitore di recente dovunque non meno che l’intero uomo occupò. E come ogni forte commozione ai grandi cuori più latamente s’appiglia, Arezzo dai dominatori della Toscana indipendente, offrendo spesso il governo di se stessa ai suoi spirituali pastori, volle certo rimeritare degli oltraggi sofferti quella fede luminosa, che a lei di buon ora venuta trovò fra i suoi figli dolorose e innumerevoli testimonianze di sangue.1 Ma allorchè tanta parte d’Europa replicatamente rovesciossi sull’Asia, l’ispirazione di quel sentimento, prima sotto il Buglione fè si che pochi Aretini in mezzo a nazioni numerosissime e bellicose avessero come le fatiche, così i premj2 della conquista distinti; poscia nell’impresa men fausta dalla pietà del IX Luigi causata prime le Aretine mani condusse a inalberare il vessillo della croce sulle mura di Damiata, vessillo pel cui trionfo spiegavasi quanto eroismo le feroci passioni e il religioso entusiasmo sanno negl’umani petti eccitare.

Ma nelle deplorabili Italiane guerre di parte, Arezzo al Magno Carlo della indipendenza e privilegj suoi, ed ai successori di non interrotta protezione debitrice si eresse assai spesso a capo dell’imperial


  1. Il numero straordinario dei martiri Aretini è attestato dalla stessa Lettera Pontificia al Comune di Arezzo. Vedi le note del Sig. Ab. Anastasio Angiolucci alle sue stante dove questa lettera è riportata.
  2. Ranieri Salvucci Compendio Storico della Guerra Sacra.