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dall’Ariosto acclamato? E il maestro di leggiadria nella lingua di delicatezza nel sentimento di verecondia in amore non fu esso dalla sorte tirato ad aprire gl’occhi in Arezzo. La cui casa dagl’ammiratori suoi con amore visitata a dritto rammenta1 che non solo vi nacque, ma e d’avere una tal patria andò non mediocremente contento: Poichè come non esserlo quando tanti immortali nomi a concittadini gli dava, e a lui ancor vivo presentir faceva qual culto d’affetti avrebbe sempre alla sua memoria prestato? Ancora i due Guidi commendano se stessi alla stima dei posteri; questo educatore fra i primi della nostra favella, e legislatore di una spiritosa e tutta di lei propria composizione, quello dell’arte che è poesia agl’orecchi restauratore e Promotore celebratissimo: Dal cui felice pensiero venne alla musica quel beneficio che alle altre umane cognizioni, l’invenzione della scrittura apportò; cosa per verità così grande, che gl’antichi non seppero tenersi dal divinizzarne gl’autori supposti o dal riferirla immediatamente ai benefici numi. Finalmente la patria di Margheritone di Parri, lo fu anche di Giorgio Vasari, che, Italiano Plutarco delle arti nelle quali pur era eccellente, ha lasciata indecisa la palma fra il libro delle sue vite le opere delle sue mani. Però a parlare dei celebri Aretini io ho assunta troppo difficile impresa; poichè nè il dire di tutti è possibile, nè lo scegliere tra essi è più agevole, che tra cose egualmente no-


  1. Iscrizione posta nella medesima.