Pagina:Settembrini - Protesta del popolo delle Due Sicilie.djvu/60


— 60 —


CONCHIUSIONE.


Qui ripensando a quello che ho scritto mi accorgo che non ho detto se non piccola parte di quello che noi soffriamo, e che ogni cittadino delle Sicilie leggendo queste carte dirà: ci manca questo, non si è parlato di questo scellerato: a me è stata fatta quest’altra infamia: io conosco quest’altra ingiustizia, quest’altra vergogna. Ma chi avrebbe cuore di scrivere ogni cosa, di scoprire tante piaghe che gittano sangue vivo? O fratelli italiani, o generosi stranieri, non credete che queste parole sieno troppo acri, non iscrivete nei vostri giornali che dovremmo parlar con più moderazione e freddezza; ma venite tra noi, sentite voi pure come una mano di ferro rovente ci brucia e ci stringe il cuore, soffrite quel che soffriamo noi, e poi scrivete e consigliateci. Noi pregheremmo Iddio che dasse senno a questo Ferdinando, se sapessimo che questi ascolta la voce dei popoli che pure è voce di Dio. Onde non ci resta altro che far palesi le nostre miserie, mostrare che siamo immeritevoli di soffrirle, che non vogliamo più soffrirle, e che è vicino il tempo in cui dovrà finire per noi tanta vergogna.