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sempre le stesse; e di quel che si economizza che uso se ne fa?.... si dice che convertesi in opere pubbliche; ma quali?... meglio sarebbe se si compensassero 100 soprannumeri che da moltissimi anni servono col meschino soldo da tre a sei ducati, e 200 aspiranti che non hanno nulla: e sì che le rendite ammontano a mezzo milione oltre gli accessorii...


CAPO DECIMO


I PRETI E I FRATI.


Per colpa di re Ferdinando gl’italiani delle Sicilie han perduta la pupilla degli occhi, la cara religione cattolica; e son divenuti o atei o superstiziosi. Pochissimi preti sono buoni e santi, e degni che altri metta la faccia dove essi metton le piante: gli altri moltissimi, svergognatori del sacerdozio, ignoranti e più ipocriti dei farisei, più insolenti del gendarmi, tra costoro il governo sceglie i più stupidi e malvagi, li nomina vescovi e loro affida la cura delle anime, l’istruzione, la polizia delle diocesi, e la vigilanza su le coscienze di tutti. Onde i Vescovi sono potenti spie agl’Intendenti, a Sotto-intendenti, a tutti i magistrati civili e militari, ed a Ministri stessi: tengono le orecchie del Re e i più accorti tengono anche le orecchie del Cocle; onde fanno quello che vogliono. Il cardinal Serra, arcivescovo di Capua, ha pieno il suo palazzo di cortigiane, di bambini, di balie, di nutrici, e di giovani canonici. Per contrario Monsignor Todisco, vescovo di Cotrone, fattosi pio paladino delle meretrici, le fa sposare a coloro che un tempo ebbero che fare con esse: e chi non ubbidisce per mezzo del Sotto-intendente