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tra’ ricchi fanno un sordido monopolio), vendono le derrate a tenuissimo prezzo, talvolta appena rimborsano le spese; onde si assottigliano, si scuorano, scemano il prezzo ai manovali zappatori, agli altri artisti; ed ecco le rapine, i delitti, i briganti. La miseria poi dei miserrimi contadini ti strazia veramente il cuore. Menano la zappa un giorno e non hanno che quindici o venti grani al giorno, con cui ne comprano pane ed olio, e si fanno una minestra di erbe selvatiche, che spesso è senza sale. Nel verno cascan di fame, cercano un tomolo di grano al proprietario, e l’ottengono a patto di restituirgliene due o due e mezzo alla ricolta, ed a patto di dargli a godere la moglie o la figliuola. Il pessimo governo fa che il proprietario non abbia altro mezzo d’arricchire che l’usura, il contadino vende onore per pane, la nazione tutta diventa stupida e feroce. La povera gente si sdegna contro chi l’opprime più da vicino, e non vede che tutti sono oppressi, e la cagione di tutti i mali è il governo. Quante volte si è proposta una cassa di anticipazione agricola, una cassa di risparmio! Quante altre utili proposte si farebbero, se non si sapesse che questo cieco e bestiale governo non capisce nemmeno l’util suo, non è nemmeno tanto infame da dire: gli uomini diventeranno più numerosi, più ricchi, ed io comanderò un popolo più grande, avrò più larghi tributi. Le Società economiche ed i Consigli provinciali si tengono a pompa, non possono occuparsi altro che d’inezie, perchè il governo non si cura dei miglioramenti che si propongono. Quando il governo è tristo tutte le più belle istituzioni intristiscono, e per lo meno diventano inutili. Dobbiamo lodare il Re (affinchè non si dica che malediciam tutto) che ha renduto libero il commercio, ha fatto molti trattati, ha fatto riconoscere la sua bandiera in ogni parte: ma quando l’interno è fradicio, che vale un po’ di vernice e di crosta al di fuori? Quando i produttori sono oppressi, le industrie sono poche e lente,


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