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protettore, o non nemico (i nomi dei quali si potrebbe dire); voleva metter mano anche nella cassa della Prefettura, ma il Prefetto l’impedì. Egli fa suoi tutti i libri che vengon dall’estero, e che son proibiti dai revisori, onde si ha formata una ricca e gran biblioteca. I Commessari seguono l’illustre esempio. Quando nei dì di festa non han danari da far banchetti, mandano ad arrestar le meretrici, dicendo che debbono sloggiare, che la vicinanza è scandalezzata: quelle meschine danno danari, e rimangono altro tempo nella casa per essere richiamate e ripagare. Prendono ogni cosa dai bottegai, e niente pagano: e se uno cerca il suo, dopo poco tempo si vede in bottega un impertinente che fa nascere una rissa: son tutti presi, si chiude la bottega, si fa un gran processo: i parenti vanno con la borsa, ed ecco riaprire la bottega, lacerar il processo, in tutto pace ed ordine pubblico. Per mantener quest’ordine i ladroncelli che per le vie rubano i fazzoletti dalle tasche, dividono i furti con i birri e gl’ispettori: per quest’ordine nelle prigioni certi caporioni detti camorristi, armati di pugnali tolgono per forza ai loro miseri compagni danari, e, a chi non ne ha, anche il pane; e danno parecchi scudi ogni mese all’Ispettore: per quest’ordine la Polizia per aver danari protegge le biscazze, dove tanti stolti vanno a gittar le loro fortune ed ammiserir le famiglie.
Non contenta la Polizia di rubarci, di tormentarci co' gendarmi, con le mazzate, con le torture, con le carceri, con le spie, col metter mano in tutto ed opprimerci in tutto, vuol tormentare anche il pensiero. Ha scelto alcuni uomini d’ingegno mediocrissimo, di cuore fetidissimo, che un dì furono carbonari ed ora sono veri sbirri dell’ingegno; ed alcuni altri scrittorelli di giornali, che digiuni facevano i Bruti, ed ora impiegati vogliono aver merito di fedelissimi; ed a questo fior d’ingegni ha dato il carico di compilar quella vergogna del nostro