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pensioni, impieghi, favori. Alla città di S. Giovanni in Fiore pubbliche lodi di fedeltà, favori, remissione di alcuni dazi. Ecco quali meriti bisogna avere per esser premiato dal governo delle Due Sicilie.

Or tanto sangue sparso, tanti sforzi fatti l’un dopo l’altro, tanti uomini che gemono nelle galere, e tanti altri che sono pronti a fare lo stesso, senza temere le stesse e maggiori pene, mostrano chiaramente che la nazione soffre mali insopportabili, che non è degna della sua oppressura, e vuole e deve cangiar condizione.


CAPO TERZO


RE FERDINANDO.


Dei nostri mali è sola cagione il governo, e del governo è capo re Ferdinando II. Questo principe è uno stolto, un prosuntuoso, un avaro, un superstizioso, vero tipo dei Borboni, stupidamente crudeli e superbi. Inetto ad ogni cosa, vuol fare ogni cosa, e la guasta; sdegnasi di consigli, incapace di farsi un amico, si fa disprezzare anche da quei pochissimi ai quali fa bene.

Dato da fanciullo in mano di sciocchi preti, educato dall’Olivieri, mostrava nei puerili trastulli la ferocità del cuore; perocchè in Portici ei godeva di gittare i conigli vivi al leone, e a mirare come li sbranava. Fatto re prima di radersi la barba (e tanto si rase e raschiò finchè gli venner fuori i peli ed il senno), si persuase che egli è di natura superiore alla nostra povera natura umana: 1

  1. Tra primi decreti fatti da lui è quello che comanda a soldati di farsi crescere i mustacchi.