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[365] | il ritratto della moglie | 79 |
bellezza e d’innocenza, tu non sai quante lagrime e quanti dolori tu avrai per questo giovane sfortunato, cui dái l’amor tuo: non amarlo... No, no, amami o angelo consolatore, perché Iddio t’ha creata per amare e consolare una sventura.
Se alcuno leggesse queste parole che io scrivo certo riderebbe di me e del mio amore. Ma tu, non ne riderai tu, o diletta mia. Chi non ha sofferto come noi, non può intenderci, non capisce che la sventura accresce ed affina l’amore. Oh, se questo amor nostro è una dolcezza inesplicabile, è un balsamo soave sull’anima lacerata, è una luce, è una armonia che ci fa pure sopportabile questa sventura, ringraziamo il sommo Iddio che ci ha dato la sventura e l’amore.