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28 | parte terza - capitolo iii | [314] |
22. Nicola Laureano, di Napoli, marinaio, di anni 34, dannato a 29 anni di ferri per aver sparso il malcontento contro il governo con parole e con canzoni cantate dal carcere.
A questi si possono aggiungere i seguenti i quali alla causa politica hanno aggiunto reato di sangue.
Angelo Stocchi, di Antrodoco, di anni 25, contadino, dannato a 25 anni di ferri per omicidio provocato da una turba che voleva fargli dire per forza «Viva il re».
Pasquale Marino, di Lauriano in provincia di Salerno, dannato a due pene di ferri che oltrepassano i trent’anni per cospirazione, e per aver eseguita una fucilazione nella rivoluzione del Vallo in gennaio 1848.
Giandomenico Giuliano, Giuseppe la Longa, Michele Morandi, Angelo Minenno, contadini ed artigiani di Venosa in Basilicata, dannati all’ergastolo per aver ucciso popolarmente un medico, che impediva loro la divisione de’ terreni demaniali nel 1848.
Si tace il nome di colui che condannato per causa politica, uccise nel carcere un suo compagno.
E qui per amore del vero non si deve tacere che Emilio Mazza era giá condannato alla galera per furto, e Nicola Laureano era stato molto tempo in carcere come borsaiuolo. Laonde i veri ed onorati e puri politici sono ventisei.