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Non mi è stato possibile ritrovare il manoscritto originale delle Ricordanze. Nessuna traccia nelle biblioteche, negli archivi, nei musei napoletani. Interpellati, i superstiti scolari del Settembrini non poterono darmi nessuna indicazione, neppure sui discendenti diretti di w:Raffaele Settembrini, presso cui si suppone possa trovarsi il manoscritto. Nessuna traccia del manoscritto fra le carte di Peppino Settembrini, che, donate dagli eredi al sottomarino «Luigi Settembrini», ora si trovano depositate nel Museo del Risorgimento di Roma. Perciò per questa edizione ho preso come base la prima edizione del 1879-80. Per la prima parte, la cui stesura definitiva rimonta al Settembrini, ho riprodotto fedelissimamente il testo, tranne lievi ritocchi nei criteri tipografici e nell’ortografia, per uniformarmi ai criteri generali della collezione. Per la seconda parte, costituita da frammenti e da lettere messi insieme da Raffaele Settembrini, mi son permesso un lavoro di riordinamento: 1. Ho suddiviso in due parti il materiale: quella riferentesi al processo e alla condanna e quella riferentesi all’ergastolo. 2. Ho rinviato in appendice le diverse difese del Settembrini, il cui valore autobiografico non può essere messo alla pari con gli altri frammenti, e ho trasferito in nota la lettera del Panizzi. 3. Ho riordinato le lettere riferentisi al tentativo di evasione secondo l’ordine cronologico ristabilito da G. Capasso, I tentativi per far evadere Luigi Settembrini dall’ergastolo di Santo Stefano negli anni 1855-56, in Risorgimento Italiano, v. I, 1909, p. 29 ss.; e ho trasferito al 1856 un lettera erroneamente assegnata al 1854. 4. Ho inserito al posto dovuto una lettera di ringraziamento all’avvocato difensore che si trova al Museo Risorgimento di Roma e un frammento estravagante del diario d’ergastolo, pubblicato da Salvatore Tocci Monaco in un opuscolo in onore del Placco. 5. Ho