Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/315

[595] seconda difesa di luigi settembrini 309


siglio, di setta, e di chi vi apparteneva, confonde ed annulla il Margherita, che niente poteva sapere, e dice tante cose e tanti nomi. Il Catalano vi parla ancora degli ultimi fatti dei cartelli e della esplosione; li confessa operati da lui, e cosí vi addita il valore che meritano, la definizione che ad essi si deve dare.

L’esplosione è l’ultimo fatto cronologico del processo: ma perché è stato un fatto udito e veduto, un fatto pubblico, si è magnificato, si è accresciuto, si è sparso ed intorno ad esso si sono aggruppati altri fatti remoti e lontani, la setta, la seduzione dei militari, e financo gli avvenimenti del 15 maggio nel lontano San Giorgio la Montagna. Questa esplosione mi pare simile ad uno starnuto dell’imperatore della Cina, di cui si spande la nuova per tutte le contrade del celeste impero, affinché ogni cinese faccia le sue felicitazioni. Che cosa fu questa esplosione? Mezz’oncia di polvere chiusa in poca tela, che divampò innanzi la reggia. Da chi fu ideata? Dal Faucitano, dal Giordano, dal Catalano. Quando fu ideata? La sera del 15 settembre, dopo che era venuta meno un’altra idea sciocchissima del Faucitano, cioè quella di spargere vipere nella folla. E queste vipere quando furono ideate? La mattina del 15 dal Faucitano, nel Vico Loffredo, quando il Giordano ed il Catalano gli cercavano un mezzo per produrre un fuie fuie. E veramente solo il Faucitano poteva proporre queste vipere senza denti, le quali in settembre sono ibernanti, le quali gettate a terra si sarebbero aggomitolate, né avrebbero fatto male a nessuno.

Ma perché, che cosa si voleva fare? L’accusa risponde: che quello era l’atto prossimo di una rivoluzione organata dalla setta per rovesciare il governo; era il segno di una insurrezione che fu impedita. Ma tutto l’intero processo dimostra, che non fu disegno della pretesa setta, ma un trovato del Giordano, del Catalano, del Faucitano; che il fine non era altro che di produrre un fuie fuie e distornare la benedizione, non pel fine empio di disprezzare la religione, ma per impedire una dimostrazione che si credeva dovesse farsi contro la costituzione; dimostra che il Faucitano fu solo; che il Giordano lo ingannò dicendogli che dopo lo scoppio alcune persone si sarebbero poste a fuggire, ma non nominò chi erano; dimostra che il Catalano ed il Giordano non erano sul luogo ma lontani ed aspettando l’esito del fatto.

Dove erano gli uomini che dovevano insorgere, dove le armi, dove i preparamenti, dove gli sforzi dei cospiratori? Tutto fu opera