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[587] seconda difesa di luigi settembrini 301


chierare: ed un governo forte disprezza e non teme le chiacchiere e le fantasie. Grande dimostrazione che gli odii sono cessati; e che i fatti deplorabili dei passati anni debbono essere giudicati senza odii e senza prevenzioni.

Proclama.

Vengo alla diffusione del proclama sedizioso, che è nella seconda specie dei fatti della pretesa cospirazione.

Il Iervolino presentò quattro copie di un proclama e disse di averle ricevute da me. Trovata dopo quattro mesi una copia in casa del Vellucci, questi disse averla avuta dal Margherita che gli confidò che era stato composto da me; interrogato il Margherita rispose che glielo aveva detto il Sessa. Esaminiamo se io l’ho diffuso, se io l’ho composto.

Nel vol. 20, fol. 3, è un certificato nel quale si dice: «che emergendo da indicazioni riservate di alta polizia che l’orefice Iervolino avesse scienza e potesse somministrare chiarimenti intorno alla diffusione di un proclama sedizioso circolato nei scorsi giorni per questa capitale, il commessario Maddaloni in seguito d’incarico superiore ha disposto chiamarsi il sudetto Iervolino, onde sentirlo opportunamente. Napoli 6 giugno 1849».

Chiamato nello stesso giorno 6 il Iervolino ed interrogato risponde, scrivendo di sua mano la dichiarazione, e dice: «ieri 5 ne ho ricevute quattro copie dal Settembrini, le ho ritenute, e son pronto ad esibirle per uso di giustizia».

Da questo certificato si scorgono due veritá: che si aveva la prescienza che il Iervolino sapesse alcuna cosa del proclama, e che questa prescienza non l’aveva il commessario Maddaloni, al quale il Iervolino aveva presentate tutte le sue denunzie, cominciando da quella del 23 aprile, ma l’aveva l’alta polizia. Non si può dire che l’alta polizia avesse avuta questa prescienza dallo stesso Iervolino, perché costui si sarebbe presentato spontaneamente al Maddaloni, e non avrebbe aspettata una chiamata, avrebbe scritto un libello denunziatorio, avrebbe voluto farsi un merito maggiore, il cancelliere avrebbe regolarmente certificato che il Iervolino si presentava spontaneo, ed il Iervolino non avrebbe detto nella sua dichiarazione, «li ho ritenuti e son pronto ad esibirli», ma «li ho esibiti». Egli è dunque evidente che i primi