Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/298

292 appendici [578]


quale sta scritto, che «per quella parte detta reame di Napoli, vi è un particolare ordinamento: in Napoli un circolo generale» ecc. — Dalle Istruzioni adunque e da questi documenti è dimostrato che in Napoli, non solo non esisteva, ma non poteva esistere l’alto consiglio. Che cosa adunque poteva esistere in Napoli secondo le Istruzioni? Niente altro che un circolo generale, con a capo un grande unitario (art. 7). Dunque il supremo capo della setta nel reame di Napoli, non poteva essere che un grande unitario, non poteva essere che uno; e gli altri capi dopo di questo uno dovevano essere unitari, cioè capi e consiglieri dei circoli, secondo l’articolo 5.

Cerchiamo di scoprire questi capi che chiamansi unitari, e questo grande unitario. Sí col processo e colle Istruzioni alla mano lo scopriremo.

Il Margherita ed il de Simone hanno presentati i loro diplomi di unitari: dunque il vagabondo ed affamato Margherita e l’analfabeta de Simone eran capi e consiglieri de’ circoli, non avevano in tutto il regno che un solo superiore, il grande unitario.

Il Vellucci ed il Faucitano confessarono di aver avuto diplomi di unitari, dunque anch’essi eran capi e consiglieri de’ circoli. Il Iervolino dice che fu fatto unitario dal Nisco, dunque anch’egli era capo come Margherita e gli altri. E il Margherita, il de Simone, il Vellucci, il Faucitano ed il Iervolino per il loro grado potevano e dovevano conoscer tutto, almeno quanto Poerio, Pironti, Pica, Agresti, Settembrini, perché uno tra questi poteva essere grande unitario, tutti gli altri unitari, ed eguali di grado al Margherita, al de Simone ed agli altri. Abbiamo trovati cinque unitari confessi, potremo fiutar gli altri, se terremo dietro a certe parole che dicono che il Sessa ed il Giordano mandavano diplomi di unitari a questo ed a quello senza neppure conoscerli, e per il solo fine di averne uno scudo. Ma cerchiamo il grande unitario; secondo gli articoli 6 e 7 i grandi unitari non potevano essere piú di 15, sette membri del gran consiglio, e gli otto presidenti degli otto circoli generali delle otto provincie in cui è divisa l’Italia settaria. Dunque in Napoli non ce ne poteva essere che uno. E chi era? Il Iervolivo in pubblica discussione disse che il Nisco era piú che unitario. Prestereste fede al Iervolino? Le Istruzioni nell’art. 5 dicono, che l’unito ha un motto, l’unitario due, il grande unitario tre. Ma il primo documento stampato dell’accusa sono tre motti trovati scritti in casa del Vellucci, dunque il Veliucci sarebbe il