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[569] seconda difesa di luigi settembrini 283


Poerio, spesso in casa mia, talvolta in casa Nisco, intanto sa dire i nomi de’ confidenti del Nisco, non de’ miei.

Nella dichiarazione del 6 giugno dice, che io lo mandai dal Pacifico per farsi dare un proclama, che costui non glielo diede, che poi glielo diedi io. Nella pubblica discussione disse che ebbe da me il proclama, e non nominò affatto il Pacifico; ma disse un’altra cosa ch’è in contraddizione con tutte le altre che ha dette, cioè che il Nisco lo mandò dal Pacifico, il Pacifico lo condusse dal d’Ambrosio che lo fece settario. Cosicché nel processo scritto il Pacifico comparisce in iscena il 6 giugno 1849: nella pubblica discussione comparisce in iscena col d’Ambrosio cioè assai prima dell’arresto del Nisco, assai prima del novembre 1848. Dalla quale contraddizione nasce questa conseguenza. Se fosse stato vero che il Pacifico lo accompagnò dal d’Ambrosio, egli lo avrebbe detto nelle sue denunzie, perché questo non era fatto da scordarsi: come se fosse stato vero che io lo mandai dal Pacifico, non se ne sarebbe dimenticato in pubblica discussione. Falsa adunque l’una e l’altra assertiva sul Pacifico.

Nella stessa dichiarazione del 6 giugno dice: «Siccome Settembrini tratta di continuo anzi spessissimo con don Gabriele Rondinella libraio con bottega sotto il palazzo Maddaloni, cosí credo che per ordine del Rondinella stesso abbia potuto eseguirsi la stampa del detto proclama: anche avuto riguardo alla massima confidenza che passa tra loro».

Nella dichiarazione del 30 giugno richiesto a dire se mai incontrò il Rondinella in casa mia risponde: «che non ve l’ha mai trovato, ha arguito però le intime relazioni tra costoro, dall’avere piú d’una volta incontrato il Settembrini nell’atto che usciva o entrava nella bottega del Rondinella, sita dirimpetto non sotto il palazzo Maddaloni»: egli però non conosce di vista il Rondinella.

Dunque ora mi vede trattar di continuo anzi spessissimo col libraio, or mi vede entrare ed uscire piú d’una volta dalla libreria: dunque perché io entrava ed usciva aveva massima confidenza, e commetteva la stampa del proclama.

Dunque la libreria del Rondinella ora è sotto il palazzo Maddaloni, e si scambia con la libreria Montuoro; ora è al suo vero posto cioè dirimpetto il palazzo Maddaloni. L’istruttore colpito da queste brutte contraddizioni gli domanda se conosce il Rondinella, ed egli risponde: «Io però non conosco di vista il Ron-