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agenti a compilare i processi, raccogliere tutte le pruove concernenti tali reati. Che per effetto di tali principii la istruzione di cui è parola in detta eccezione è stata compilata dai funzionari competenti, previo ordine dato dal ministro dell’interno.

«Che non essendovi l’elenco delle prigioni, l’alta polizia vigila per la prevenzione, e per tutt’altro che riguarda i detenuti, e quindi ben poteva giusta le sue facoltá detenere nei castelli gl’imputati per reitá di stato, tanto lo è vero che la suprema commissione di stato li deteneva negli stessi forti, e colá compilava la istruzione: essendo questa una eccezione alle regole di procedura penale.

«Che ogni funzionario giudiziario porta seco la presunzione di dritto d’istruire legalmente, e coscienziosamente per la veritá, e senz’alcun riguardo: e vano è tutt’altro che domanda l’accusato in dette eccezioni, che rigettare si debbono». E rigetta tutto.

Rispetto il giudicato; ma dico a chi non lo sa che la suprema commissione nel 1846 fu abolita, i giudizi di stato e di setta furono affidati alle corte criminali, che hanno i loro regolamenti, le loro leggi legali e non eccezionali; e non si può ritener per morta la commissione e per i vivi i suoi regolamenti. Questa commissione essendo mista di magistrati e di militari, si adunava nei castelli, e colá deteneva gl’imputati pel solo tempo che durava la discussione della causa. L’istruzione era fatta dalla polizia, e nelle carceri ordinarie. E questo posso dirlo ed affermarlo bene perché nel 1841 fui giudicato da quella commissione. La corte criminale senza turbare il riposo de’ morti poteva dire, come ha detto: «e vano è tutt’altro che domanda l’accusato in dette eccezioni che rigettare si debbono».

Queste eccezioni sono state discusse per forma coi soli avvocati, a porte chiuse, in segreto, e senza gl’imputati a’ quali la legge permette di esser presenti. Era ammalato l’avvocato di Michele Pironti, e questi chiedeva istantemente di essere ascoltato egli. La corte non ha voluto ascoltarlo, voleva che gli avvocati Castriota e Russo che avevano solamente presentati i discarichi del Pironti, li avessero discussi; ma questi scusandosi di non potere discutere perché non sapevano le accuse e le difese del Pironti, la corte ha comandato a costui di scegliere subito un altro avvocato, egli ha dovuto nominarlo per fargli udire rigettare le sue eccezioni. Adunque per me ripulse no, discolpe no, eccezioni no.