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[539] difesa di luigi settembrini 253


quattro carlini al giorno ai popolani poveri. Si sa, ed un tempo si dirá, quali grida furono pagate per pochi e brutti tornesi.

«5. Scorsi pochi giorni da tal notizia, Giordano e Sessa mi dissero, che in una delle riunioni del comitato centrale, in cui erano tutti i membri sopraccennati intervenuti, era stato deliberato di fare uccidere i ministri Bozzelli, Ruggiero, Longobardi e Gigli, non che il commessario Merenda, ed il capitano del treno Palmieri; i primi perché facevan di tutto per distruggere nel Consiglio di stato ogni vestigio di costituzione, ed i secondi, presedendo i comitati realisti, facevano dai loro dipendenti insultare e manomettere i liberali. Giordano diceva che ad esso era stata affidata la esecuzione di tali assassini coll’aiuto e cooperazione di Sessa».

Questa è la piú scellerata cosa che sia stata inventata da mente scelleratissima. Accusar di sei assassinii uomini di vita intemerata, vissuti sempre virtuosamente, che avendo avuto il potere in mano hanno beneficato gli stessi loro nemici, è tale infamia che non ha nome. Odiatemi, opprimetemi, uccidetemi pure, ma dovete rispettarmi perché sono migliore di voi. La storia dirá che si sono commessi assassinii, e dirá da chi sono stati commessi. Io per moderazione ho taciuto nel capo I, che in marzo 1848 si tentò di assassinar me in mia casa, e fui salvo pel concorso della guardia nazionale: ho taciuto e tacerò ancora molti fatti piú scellerati, ma se sarò ridotto all’estremo io dirò cose tali che faranno tremare gli occulti e palesi miei accusatori. Fu deciso un macello, fu deciso da tutti, fu deciso in dicembre 1848 quando il ministero aveva riconvocata la Camera pel 1° febbraio 1849, fu deciso dal Poerio, dal Pica, dal Proto deputati, e da me eletto e possibile deputato. Io non so chi è piú stolto e chi piú m’offende se quello stolto che disse queste cose, o chi le credeva possibili a credersi dagli uomini di senno, e ne faceva accusa contro di noi. Quando in un processo sono queste infamie dovrebbe esser bruciato per le mani del boia. E qui lascio lo sdegno, e rimando l’infamia a chi spetta; gli accusati non possono essere raggiunti né colpiti da sí basse calunnie.

Né qui s’arresta il Margherita, e dice che il Giordano per mezzo di Raffaele Basile e di Giovan Battista Sersale fe’ venire quattro sicari da Avellino, che diede a lui l’incarico di accompagnarli e mostrar loro le sei vittime designate; che egli li accompagnava per la cittá, ma non curavasi di altro che di mangiarsi i denari che il