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[517] difesa di luigi settembrini 231


mostrassero chiaramente che quel tristo è stato strumento dell’odio altrui, e mi ha sfacciatamente calunniato.

Il processo cadde nell’acqua: tutti mi dicevano, ed io lo sentiva, che m’avevan posto in carcere per un cieco sdegno di cui si sa la cagione. Ed io mi rassegnai a soffrire le pene del carcere, vedeva solamente mia moglie ed i diletti figliuoli che venivano a visitarmi; aspettava la mia sorte tranquillamente; udiva con indifferenza le voci di amnistia sparse ad arte dai tristi per tormentare, ripetute dai buoni per desiderio di consolare, credute dai prigionieri che soffrono e sperano, da me, che credo solo ai fatti, non credute né discredute.

Mentre le liete fantasie napoletane fingevano e credevano un’amnistia, i delatori si preparavano, i processi si istruivano, e s’istruivano a questo modo. In un popolo per tanti anni e tanti modi corrotto non è stato difficile di trovare un centinaio di delatori pagati, i quali come cani rabbiosi si gettano contro quelli che ad essi vengono designati, o che essi odiano per particolari cagioni. Uno di essi fa da accusatore, e chiama gli altri per testimoni; e questi dicono le stesse cose con lo stesso ordine, le stesse parole, la stessa fronte, la stessa coscienza; e poi vanno attorno alle famiglie dei denunziati, e per vie indirette cercano denari, e se non ne hanno quanti ne vogliono, son pronte altre denunzie. Cosí ha fatto un Francesco Paladino, che cercò 300 ducati al Nisco, il quale lo proverá; cosí hanno fatto i famosi delatori Barone e Carpentieri, che sono carcerati perché stancarono il mondo con le loro sfacciate ribalderie e scrocconerie. Cosí nel processo contro il Barilla ed il Leipnecher ha fatto Gaetano Vittoria che ha chiamato come testimoni gli agenti di polizia Stefano Longobardo, Natale Ardissone, Luigi Antico, Giacomo Vitolo, il famoso Gerardo Guida, ed altri. Nello stesso modo si fa un processo contro tutta la provincia di Salerno: si manda in Salerno un Ruggiero Marano, per iscoprire la pretesa setta: questo scellerato inventa le piú infami e stolte calunnie contro gli uomini migliori della provincia, accusa lo stesso intendente signor Consiglio, come colui che faceva due parti in commedia, il realista ed il liberale; addita come testimoni Emilio Gentile, Samuele Longo, Oronzo Villari, Giacomo Carpentieri, ed altra canaglia poliziesca, di cui scrivo i nomi affinché sieno conosciuti e ricordati. Il commessario Maddaloni va in Salerno, fa un’istruzione segreta, e senza saputa dell’intendente, il quale sospettando di segrete mene fa