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[515] difesa di luigi settembrini 229


per mezzo del Poerio; dice che non ha mai veduto in casa mia il Rondinella, che non lo conosce nemmeno di vista, ma che arguisce la nostra intimitá perché m’ha veduto spesso nella libreria. Dall’intimitá che un uomo di lettere ha con un libraio si arguisce che costui abbia stampato un proclama. Logica di polizia!

Interrogato il Mignogna dice: non conoscere l’Iervolino, non averlo mai veduto in casa mia: messi a confronto entrambi, ognuno sostiene il suo detto. Ma il Mignogna gli dimanda: «A qual ora mi hai veduto?» e quei non ricorda. E dopo tutto questo, dopo che il Mignogna fu arrestato per caso, e accusato come mio complice e settario, e pena ben sette mesi in prigione, allora si cerca la libreria del disgraziato Rondinella, e non si trova nulla: si esaminano le carte trovate in casa del Mignogna e del Barrafaele e non si trova nulla: si cerca la casa di Pacifico, e nulla, e lo lasciano pacificamente. Solamente in casa del Giordano il 4 luglio trovano un notamento di 87 persone con sopra questo scritto: nota di Sessa, ed un altro notamento di 90 persone: ma il Giordano non è arrestato, e solo dopo sei giorni, il 10 luglio, è chiamato dalla polizia a voler dare spiegazioni su quelle note. Ei dice: che in febbraio 1848 un tale Siniscalchi di Salerno gli diede quelle note di persone cui si dovevano dare soccorsi gratuiti; non saper del Sessa: conoscer me fin dall’infanzia in Caserta, dove suo padre era tenente di gendarmeria, e mio padre era impiegato nell’intendenza. (Il buon padre mio era un onesto e libero avvocato, e non fu mai impiegato d’intendenza. Io conobbi il Giordano nell’infanzia; ma nella giovinezza e nella virilitá nol vidi piú, e per diversitá di studi e di occupazioni non ebbi mai dimestichezza con lui): disse non avere intime relazioni col Poerio; non conoscere l’Iervolino; aver saputo nel caffè che una persona lo cercava, ma non aver avuta la carta col nome. Si cerca delle persone notate, e si trova esser poveri ed arrestati. Chiamato e richiamato il Giordano, finalmente il tre agosto dice aver saputo che quel Siniscalchi era morto il 15 maggio 1848. Il commessario se ne contenta, e lo fa rimanere in prefettura per esperimento, dopo che lo fece star libero un mese dalla ricerca fattagli in casa. Intanto la polizia verifica la morte del Siniscalchi, e non potendo sapere altro dal Giordano, il 19 agosto lo libera. Un uomo accusato come settario, come amico mio e del Poerio, la qual cosa suona peggio di settario, un uomo a cui si trovano in casa due note di 177 persone è liberato. La polizia fu giusta ed umana