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III

DIFESA DI LUIGI SETTEMBRINI

scritta per gli uomini di buon senso.

dedicata alla Gran Corte criminale di Napoli


Ogni imputato politico ha due giudici; un tribunale che gli destina la legge, e la pubblica opinione. Il mio avvocato parlerá a voi, e mi purgherá dell’accusa che mi minaccia di morte: ma del mio onore, che mi è piú caro della vita, debbo parlare io a tutti gli uomini che hanno buon senno naturale, e sono severi giudici dell’onore e dell’infamia. E perché tra questi uomini di buon senno siete anche voi, o giudici della gran corte criminale, io spero che vorrete leggere queste semplici e franche parole che io scrivo. Voi avete stampata l’accusa, io stampo la mia difesa: voi giudicherete di me, l’opinione pubblica giudicherá di me e di voi.


CAPO I

mia vita ed opinioni


Cittadini miei, io sono accusato di delitto contro lo stato, pel quale mi vorrebbero mandare alla forca: onde ho risoluto di difendermi innanzi la corte criminale ed innanzi a voi, perché le cause politiche non appartengono solamente a chi ha la disgrazia di essere accusato, ma a tutta una cittá, a tutta una nazione. Se mi siete amici o nemici, se mi credete del partito vostro o del contrario, per ora poco importa: ma se avete un poco di buon senso, abbiate la pazienza di leggere questo scritto; ché infine ci troveremo d’accordo; forse mi vorrete bene, come io ne voglio a tutti e sento di non odiare nessuno. Ma prima voglio dirvi quale è stata la mia vita, quali furono sempre i miei sentimenti e le mie opinioni; affinché non facciate come fanno tutti, i quali se odono una voce che dice, «il tale è un eroe», tutti ripetono «è un eroe»,