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LII

(Richiesta d’informazioni).

Santo Stefano, 22 febbraio 1857.

Io vorrei, o Gigia mia, che tu pensassi bene alle cose che ti ho scritte, le facessi leggere a tuo nipote, ad Errico, a Peppino, e poi mi rispondessi subito per la prima occasione che hai, acciocché se viene il Salazar, io sappia regolarmi senza indugi. E desidero che dimandi ad Errico, il quale, come tu mi scrivesti, lesse il contratto in casa dell’incaricato dell’Argentina, che dimandi espressamente ad Errico; da quello che egli lesse rilevò egli che il ritorno è vietato dalla convenzione? Si può o non si può tornare? Questa dimanda che si deve fare al console, si può ritenere come un obbligo che io fo di non uscire di lá? Che senso si dá alla dimanda, al patto che si fa col console? e come si fará? e in che modo? Se bisogna, si domandi nuovamente l’incaricato, gli si facciano giuste obbiezioni, gli si accenni della garantia che la costituzione concede a tutti i forestieri, si stia attento alle sue parole, si cerchi di pescare il vero, e di rispondermi subito. A maggior chiarezza ti trascrivo sovra una carta alcuni articoli che ho trovati nella copia che qui ha avuto Filippo, e che sono innanzi a tutti gli altri.