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XXXVI

(Piano d’evasione)

(continuazione).

(Settembre 1855).

Cara mia,

Ho ricevuto puntualmente per Colonna1, danaro, lettere, bullettino, ogni cosa. Pel capitano, per Libetta, per Giovanni ho avuto quattro lettere, tre con la copia della lettera di P(anizzi). Pel capitano e per Libetta ti ho risposto, ma vedo che non avevi ricevuto quelle risposte quando m’hai scritto per Colonna. Ti raccomando di farmi copiare esattamente le lettere di P(anizzi) perché delle cinque copie solamente l’ultima è stata esatta e compiuta, se no, non ci intenderemo piú.

Io non so come tu, e Cesare, e forse anche Temple, Fagan vi siete messo in capo che la lettera di Panizzi che è una pro memoria, come egli dice, sia definitiva, e volete che l’affare si faccia a modo vostro e non come crediamo noi che dobbiamo farlo. Mandasti la lettera che io scrissi a P(anizzi) con caratteri invisibili? L’ha egli ricevuta? Quando risponderá a quella lettera allora sará definito tutto. Di quella lettera non mi parli, e mi pare che non te ne ricordi affatto. Ora io ti ripeterò tutto, acciocché ti persuada una volta per sempre che con queste condizioni si può fare la cosa, se no, non si può fare affatto affatto, si perderá tempo e danari inutilmente.

È assolutamente necessario:

1. Che noi sappiamo il giorno in cui passerá il vapore almeno quattro o tre giorni innanzi, e per saperlo noi tre giorni prima devi saperlo tu almeno dodici o dieci giorni

  1. Era il marinaio che portava roba e lettere. [N. di R. S.]