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[291] l'ergastolo di santo stefano 5


di Gaeta. Nell’anno 813, saccheggiate dai barbari che correvano il mare, rimasero deserte d’abitatori ed incolte: pensomi che nelle miserie e nell’ignorante obblio di quel tempo Santo Stefano perdette il suo nome antico. Rimasero cosí abbandonate sino alla metá del secolo XI: ed Adinolfo secondo duca di Gaeta nel 1063 le donò ai monaci cisterciensi che erano in Ponza. Di lá alcuni di quei frati si recarono in queste isole per menarvi una vita solitaria e tranquilla: e nell’isoletta minore fabbricarono una chiesetta in onore di papa Stefano, che essendo ancor frate si piaceva di questa solitudine. E da lui l’isoletta ebbe il novello nome. Altri pontefici vi fecero costruire un picciol carcere per chiudervi e correggere i preti discoli. Ma la chiesa il carcere ed ogni cosa fu distrutto dal tempo, dai pirati, dai venti; e le due isole rimasero un’altra volta deserte ed incolte, come Ponza e gli altri isolotti sparsi intorno. Divennero nidi di corsari, che da essi spiccavansi per devastare le vicine spiagge; e solo pochi arditi pescatori per speranza di guadagno venivano da Ischia e da Gaeta per tagliar legne in queste isole selvagge, e per pescar nel mare che le circonda. Uno di questi pescatori è degnissimo di ricordanza.

Nella state dell’anno 1768 Pasquale Regine di Forio d’Ischia, padrone di una di quelle barche pescherecce che diconsi paranzelli, con un suo figliuoletto di dodici anni a nome Vincenzo da lui teneramente amato, e con altri sei pescatori suoi paesani e parenti, venne in Ventotene per tagliar legne. Approdò in un piccol seno detto Cala di Battaglia, e lasciati quattro compagni a guardia della barca e del figliuolo, con gli altri due si avviò per una valletta, che fu un antico sepolcreto romano, sparsa di grotte che allora erano vuote ed ora servono di abitazioni ad uomini, asini e maiali. Mentre il dabbene uomo sul monte tagliava le legne coi compagni, ecco una galeotta tunisina, nascosta in un altro seno dell’isola, uscire d’agguato, assalire e predare la barca, i pescatori, il fanciullo. Allo strepito lontano volgesi il misero padre, e veduto il vero gettasi a correre giú piangendo e gridando come