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270 parte seconda - capitolo vi


ricordo di quale spada fu trafitto il mio cuore in quel momento, sento anche adesso quel dolore: mi sento stringere l’anima: sospendo lo scrivere.

«Adunque», dimando a Vincenzo tuo fratello prete, «la decisione?» Egli risponde: «Che debbo dirti?» «Per caritá», gli dissi, «dimmi, levami da queste angosce». Mi dice: «Luigi, Agresti, e Faucitano condannati a morte». «A morte! gridai io, ed è possibile questo? O scellerati magistrati, per non perdere la pagnotta si hanno bagnate le mani nel sangue di uomini troppo conosciuti per virtú e per morale»! Queste sole parole io dissi con poche lagrime, e poi non piansi mai piú, ché gli occhi ed il cuore mi si impietrarono, e non potetti piangere mai. La povera signora Agresti sedeva in un angolo della stanza e singhiozzava: il sacerdote zio delle signore, tuo fratello prete e Giovanni piangevano; piangeva Cecilia, piangeva sua madre, e la sorella presa da forte convulsione sbatteva, e gridava, e nessuno poteva tenerla; i figli nostri, i cari figli nostri, piangevano e gridavano. La Giulia mi diceva: «Mamma, andiamo a vendicare papá: mammá, mammá, non ci fate morire papá: date a me un coltello: gli scellerati debbono morire, non papá mio che è uomo giusto». Raffaello diceva: «Come noi resteremo senza padre? tra ventiquattro ore non avremo piú padre? O padre mio, e che male avete fatto? perché dovete morire? O fate morire anche a me!» E tutti e due dicevano: «Mamma, andate a dire ai giudici che facessero morire noi, e salvassero papá nostro». O mio Luigi, io non posso dirti che cosa doveva soffrire il cuore di una madre nel sentire queste parole dai figli, e come io mi sentiva striturata dal dolore. Chi può dirti che scena fu quella! pure dopo di averli fatto sfogare un poco il dolore, comandai loro che non facessero piú strepiti e che soffrissero con piú dignitá. Quel santo sacerdote esortava i poveri figli a sperare in Dio e nella Vergine. Tutti gli altri stavano concentrati in atto di terribile dolore. Io cominciai a pensare profondamente, e poi presi a leggere la tua lettera che sino a quel punto aveva tenuto nascosta. E cosí immersa in quel dolore me ne