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246 parte seconda - capitolo ii


è vecchio ed ammalato e non può lavorare non morisse di fame su le strade, ma avesse un ricovero, fosse nutrito, ed i figliuoli fossero educati. Tutte queste cose ed altre ancora si sarebbero fatte a poco a poco, se ci fosse stato tempo e buona fede. Sul principio ci fu un po’ di disordine: sia pure. Se un uomo stato molti anni in criminale esce a camminare all’aria aperta, necessariamente deve cadere in deliquio: or non sarebbe pazzo e scellerato chi dicesse che quest’uomo non può piú camminare, e lo tornasse a chiudere nel criminale coi ferri ai piedi? Cosí hanno fatto a noi, che dopo ventotto anni di brutta schiavitú nel risorgere a moderata libertá facemmo alcuna cosa smoderatamente sul principio. Ma poi quai disordini accaddero? a chi fu fatto male? a chi fu torto un capello? E ti pare giustizia, ti par ordine, ti par pace, tranquillitá questa che ora godiamo? Tanta gente in carcere, tant’altri fuggiti all’estero, tante famiglie che piangono, tanta miseria per tutto, tanti uomini uccisi, tante cittá rovinate. Dunque ci hai messo in un criminale piú oscuro, e fra tormenti piú crudeli di prima: e tu sei buon governo? sei governo paterno e giusto? E se noi ci lamentiamo, ci chiami ribelli, cospiratori, repubblicani, ci fai accusare e condannare?» Disse Filippo: «Questi sono i nostri principii: queste cose che ora diciamo qui a voi, le abbiam dette sempre a tutti, e le diremo sino alla forca: e per questi desiderii siamo giunti a questo». Ed il custode: «Oh se tutti sapessero queste belle cose, quante disgrazie non sarebbero avvenute!» Ed io: «Ma chi non vuole farle sapere? chi non vuole che il popolo s’istruisca? chi vuole opprimerlo e far tutto secondo suo capriccio? Aprite gli occhi, o miseri, ed almeno considerate perché moriamo, che volevamo, e che abbiamo fatto: almeno che il nostro sangue giovi al nostro paese. Povero paese! io non so dove sará condotto: e se fortuna per poco volgerá la ruota, quante vendette, quant’ira, quanto sangue, quanta desolazione! E perché? e per chi? Oh povero paese nostro!» Di queste cose parlammo assai: i custodi ed i chiamatori ci ascoltavano con attenta maraviglia, sospiravano e dicevano: «Avete ragione».