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194 parte prima - capitolo xxi


ma questo decreto fu revocato ed annullato primo di tutti gli altri il 16 maggio. Altro che pensare agli studi, l’universitá era invasa dalle camere legislative, e si pensava mandare i giovani piuttosto a la guerra che a la scuola. Fu nominato Camillo de Meis direttore del collegio medico-cerusico, e non ricordo che fu fatta altra cosa d’importanza. Ma mi ricordo che si perdeva molto tempo e si facevano lunghissime chiacchiere pel teatro San Carlo, che con gli altri dipendeva dal ministero, e il duca di Caianiello che n’era il soprintendente, veniva ogni giorno e parlava parlava parlava di quel benedetto teatro, e si facevano mille disegni, e non si veniva mai a capo di nulla. Alcuni medici mi stomacavano. Veniva uno, e mi diceva corna di un altro, e mentre se n’andava, capitava quell’altro, si salutavano, si stringevano la mano, e poi l’altro mi diceva corna del primo. E cosí facevano molti, e io udivo e mi rodevo. Un giorno venne un prete che era rettore del collegio di musica, e mi disse che bisognava cacciar subito sei giovani che erano ribaldi, scostumati, degni di galera. Io mando pel Mercadante, che viene, e mi dice: «Questi sono i migliori giovani: non possono vedere i preti, ecco perché sono scostumati e cattivi. Ma che? vogliono gli artisti come i monaci? Poveri figli miei! i migliori, i piú ingegnosi, i piú bravi!» «Grazie, maestro, di questa vostra testimonianza che vale per mille». Fu licenziato il prete che ne aveva fatte di molte, e gridava contro tutti perché non gridassero contro di lui.

Ci volevan danari, e si penso al solito di fare un prestito, di tre milioni di ducati, dei quali due forzosi, uno volontario. Il prestito forzoso obbligava tutti i cittadini: l’altro no. Io feci l’offerta di un terzo del mio stipendio, e portai la carta scritta al ministro delle finanze, ma non potei parlargli perché aveva tanta gente intorno che chiedeva e strepitava che io ebbi pietá di lui, e diedi a carta ad un impiegato che gliela fece pervenire in mano. Il povero Ferretti la fece stampare, e mi lodò: io credetti di fare il mio dovere, ma rimasi solo, non ci fu altra offerta. Ma che offerte se tutti chiedevano di