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il 1847 159


fidi amici, i quali me la lodarono, e il del Re si tolse il carico di farla stampare. Gli consegnai il manoscritto, e volli la promessa che subito dopo la stampa mi sarebbe restituito: e l’ebbi restituito, e mia moglie volle bruciarlo con le sue mani. Avevamo avuti tanti guai per carte scritte!

Intanto pel cattivo ricolto dell’anno 1846 si sentiva penuria e fame nelle nostre popolazioni, e il re provvide a far comperar grani e venderli a modesti prezzi: pure nelle provincie la povera gente moriva per mancanza di alimento, ed era una pietá udire tanti racconti che piú accendevano gli animi di sdegno. Fra i provvedimenti presi dal re fu quello di fare un viaggio pel regno. In quei giorni venne in Napoli la regina di Spagna Maria Cristina, e il re per non incontrarsi con lei che pure era sua sorella, ma aveva data una costituzione a la Spagna, affrettò la partenza, e con la moglie andò prima a Trieste per salutare i suoi parenti di casa d’Austria, poi tornò nel regno che volle percorrere, e da per tutto trovò miseria, e pochi applausi di plebe prezzolata: in Sicilia maggiori segni di odio, la sua statua in Messina fu trovata con le orecchie turate di stoppa, e con un cartello dove era scritto: «Non vuol sentire». Andò in Palermo ai primi giorni di luglio alla festa di santa Rosalia: e quivi andando un giorno in carrozza col príncipe di Joinville, che lí si trovava, gli fu gettata su le ginocchia una copia della Protesta, che egli prese, lesse il titolo, e scrollò il capo. Le prime copie furono portate in Palermo da Giuseppe del Re, che andò anch’egli a la festa di santa Rosalia, e le sparse fra i suoi amici: le altre furono sparse in Napoli. «Avete letto la Protesta?» mi diceva un signore. «Io no: e che dice?» Ed egli mi ripeteva ogni cosa, e i tratti che gli avevano fatto maggiore impressione, e i giudizi sugli uomini, e persino le frasi e le parole. «Potrei leggerla anch’io?» «Mi pare difficile: io l’ho avuta per sei ore con l’obbligo di restituirla puntualmente». «Si sa chi l’ha scritta?» «E chi può saperlo? Dev’essere stato un uomo che conosce a dentro i fatti della casa reale di Napoli e del governo, perché ha svelati molti segreti». Non ricordava quel