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146 parte prima - capitolo xvii


menati prigioni a Cosenza. La commissione militare li condannò; ed il 25 luglio nove di essi, tra i quali i due Bandiera, il Moro, il Ricciotti, il Nardi furono fucilati: gli altri mandati in galera. Morirono gridando: «Viva Italia», intrepidi, ammirati anche da quelli che li condannarono, pianti in segreto da tutti. Il piú giovane tra essi, Domenico Moro, di ventun anno, era bellissimo della persona, e il presidente della commissione avrebbe voluto salvarlo, e gli fece dire che chiedesse la grazia della vita, e penserebbe egli; ma il giovane che aveva l’animo bello come il corpo non volle, e morí senza macchia. Ho detto questo fatto che pochi sanno, perché si è parlato sempre dei Bandiera come figliuoli d’un ammiraglio e piú noti, e pochissimo del Moro. Eppure io ho letto alcune lettere non belle di Attilio Bandiera a re Ferdinando e al ministro Delcarretto, le quali stanno nell’archivio di Napoli, e a me furono mostrate e fatte leggere dal direttore Francesco Trinchera, il quale le serbava chiuse in un portafogli con altre carte riguardanti Agesilao Milano. Il Nivaro ebbe perdono, e visse libero: quei che presero quei nobili giovani furono fatti cavalieri dell’ordine di Francesco I, ebbero pensioni, impieghi, favori: la cittá di San Giovanni in Fiore ebbe pubbliche lodi di fedeltá, larghezze, remissione di alcuni dazi. Degli altri fatti avvenuti prima nel regno si era parlato poco, perché il Governo ne aveva detto quello che voleva, e i condannati erano regnicoli ed ignoti: di questo dei Bandiera, uffiziali austriaci e dei loro compagni appartenenti a diverse parti d’Italia, si fece un gran parlare in Italia e fuori, e re Ferdinando ebbe biasimo di crudele che fece morire nove uomini che avevano fatto come una mascherata di rivoluzione: e che avrebbe fatto di piú se quelli gli avessero sollevata una provincia davvero, e lo avessero combattuto? Ferdinando non usò clemenza, ma non violò le leggi.

C’era un’altra specie di cospirazione senza impazienze violenti, una cospirazione lenta, continua, palese, nella quale prendevano parte tutte le persone colte, tutti gli uomini di buon senno, e parecchi ancora di quelli che stavano intorno