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Sotto il nome di lui vanno per le stampe, da circa sette anni in qua, dopo il primo volumetto dell’Antica Madre (1900) due volumi di novelle, Anna Perenna (1904) e i Primogeniti (1905); un romanzo satirico, degli Uomini rossi (1904), e un altro romanzo, Il Cantico (1906); senza contare due libretti descrittivi (un’illustrazione del paese da Argenta a Comacchio, per l’«Italia Artistica»; e poi una specie di monografia, Ravenna la Taciturna, del 1907), e altre cose minori.

Ma per parlare della sua arte queste date non contano niente.

Tutta l’opera di Beltramelli par nata della stessa ispirazione, in un sol giorno. L’impronta è unica, in tutte le pagine. O stile o maniera o altro che s’abbia a chiamare, è pure una nota, particolarissima, alla quale una scrittura sua si riconoscerebbe a colpo d’occhio, tra mille.

Dire in che propriamente consista, e di che, è più difficile; e io non saprei rappresentare l’impressione mia se non con l’impressione che mi resta alla lettura di una poesia voltata in una prosa, da un’altra lingua. Si sente un disagio, una scontentezza indefinita; pare una musica sorda, soffocata dentro uno strumento imperfetto: