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notizia sugli scritti di renato serra | 441 |
1914.
LE LETTERE.
(Vol. I, pagg. 237-390).
Il volume de Le Lettere ha lunga eco e ripetuta in quasi cento pagine dell’Epistolario. Conviene dunque spigolare e accennare per sommi capi.
Il primo annunzio del lavoro in preparazione è, come spesso, all’amico Luigi Ambrosini, il 18 marzo 1913: «Di molte cose ti dirò una, per cui ho bisogno di qualche consiglio, aiuto. M’è stato commesso da Comandini, per la sua casa ed. (Bontempelli e Invernizzi), un volumetto in una serie di monografie; — l’Italia d’oggi, o press’a poco — ; pare una cosa abbastanza seria» (Ep., 473-74). E continua a lungo, facendo il nome di altri collaboratori della collezione, esponendo i suoi criteri nella compilazione del volumetto, di cui già aveva pronto uno schema, da portare a Roma a fine mese. Carattere principale del lavoro, in queste due parole: «Non voglio statistiche; ma impressioni».
Nel maggio seguente sappiamo che già lavora intorno al volumetto, poi ne abbiamo più larga notizia quasi un anno dopo, quando il 13 marzo del ’14 scrive a Giuseppe De Robertis: «Così ho potuto ricordare con giustizia il suo nome in un libretto che sto terminando, molto frettolosamente, su le lettere nell’Italia d’oggi: i limiti dello spazio mi hanno imposto un disegno sommario, a tratti, senza gli episodi e le parentesi (che forse sarebbero la mia parte meno cattiva); e così ho dovuto tacere molti nomi, di gente a cui voglio bene anche, e che stimo; ma che non avevano in chiaro o in oscuro, abbastanza rilievo, per formare il quadro» (Ep., 484).
Più tardi, sempre al De Robertis comunica di aver dovuto formulare alcune impressioni su Di Giacomo poeta, e di non esserne rimasto punto contento; poi,