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notizia sugli scritti di renato serra 437

che si ritrova tuttavia nelle ristampe posteriori. Lo studio, firmato Renato Serra, mentre il N. B. della bibliografia, in carattere più piccolo, aveva solo le iniziali R. S., comprendeva ne La Romagna (a. VIII, serie IV, fasc. 2-3, marzo-aprile 1911) pagine ventidue (pp. 77-98). Fu riprodotto nel volume secondo delle Opere di R. S., curate dal Prezzolini (Roma-Firenze, 1919-1923).

Ancora due volte, se abbiamo guardato bene, si fa menzione del Ferrari nell’Epistolario serriano. La prima, il 16 giugno 1911, quando il Serra scrive al Prezzolini: «Ti mando qualche copia del mio Severino, uscito solo oggi. Ne ho fatto tirar poche, perchè venderne non mi garbava» (Ep., 393). Lo studio usciva dunque in estratto con molto ritardo, come in ritardo doveva essere comparso nella rivista, la quale per tante ragioni non era mai puntuale, per quanto portasse la data dei mesi di marzo-aprile. La seconda ed ultima volta, che si fa cenno del Ferrari, è nella risposta ad una lettera di Ambrosini del 19 giugno, in cui Serra scriveva: «Quanti Severini potrei fare, se volessi! Io non sono contento di niente in quel bozzetto, fuor che della pazienza con cui fu scritto, nascondendo l’affezione e raggiungendo, mi pare, una certa somiglianza. A ogni modo, ringrazio te della lettura amica» (Ep., 397).


1911.

«LA FATTURA».

Episodio di uno studio intorno a Gabriele D’Annunzio.

(Vol. I, pagg. 179-201).

Il nome e l’opera di Gabriele D’Annunzio sono, com’è naturale, frequentemente citati nell’Epistolario serriano. Ma un accenno vero e proprio all’argomento dello studio presente si ha solo nella lettera del 15 giugno 1910 al-