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432 | notizia sugli scritti di renato serra |
tiones: «Quelle poche righe di retractationes mi uscirono di mano mentre ero impedito dall’influenza; e badai solo a non mandar confuse le mie parole con le chiacchiere di certa gente. Se avessi voluto tornar sopra all’ultimo articolo, e dire tutto quello che mi poteva occorrere, anche su un punto solo, su gli scrittori d’Italia, com’erano usciti frattanto, avrei dovuto scrivere troppo. E forse era inutile» (Ep., 368).
Poi di tutto il volume degli Scritti critici, ma specialmente de «l’ultimo scritto, che forse è la cosa meno cattiva», ed «esprime molto imperfettamente il mio animo», parla a lungo a Emilio Lovarini, in una lettera bella e degna di ogni attenzione del 2 marzo 1911, nella quale riprende a chiarire le ragioni del suo atteggiamento, tenendo conto solo di un termine di paragone: Croce-Carducci (Ep., 373).
Sulla copertina del Quaderno sesto il titolo dello studio era Carducci e Croce, e nell’interno e nell’indice Per un catalogo; nella ristampa delle Opere di R. S. per cura del Prezzolini, così nella copertina come nell’interno e nell’indice, erano compresi tutti e due: «Per un catalogo (Carducci e Croce)». Nella nostra edizione si riprende il solo titolo Per un catalogo. Le Retractationes, che nelle due prime edizioni, con titolo ad occhietto e a pagina bianca, formavano un nuovo articolo in corsivo, nella presente edizione seguono subito il testo di Per un catalogo, in carattere tondo più piccolo del testo stesso.
Con questo quarto scritto delle Retractationes si compiva il sesto Quaderno della Voce, che procurò la prima reputazione letteraria a Renato, e del quale peraltro non si hanno grandi echi nell’Epistolario, eccetto che per parte del Croce, Lovarini, Lesca, Ambrosini, e forse di nessun altro. Ma veramente sembra che Serra stesso non si curasse troppo di diffondere il libro e che se ne parlasse, come scriveva a Luigi Ambrosini il 18 febbraio 1911; mentre d’altra parte egli poi era il primo a