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404 | scritti di renato serra |
presenta da secoli nel suo posto e per il suo destino.
La storia non sarà finita con questa guerra, e neanche modificata essenzialmente; nè per i vincitori nè per i vinti. E forse, neanche per l’Italia.
Viltà italiana, destino mancato, strade chiuse, posto perduto per sempre: anche noi, in questi mesi di aspettazione, abbiamo parlato di queste cose; o piuttosto non abbiamo avuto il coraggio di parlarne, oppressi da un’angoscia oscura, affrettando con l’animo di giorno in giorno il momento, che non passasse l’occasione, che non si perdesse in modo da non poter esser più ritrovata.
Certo, c’era qualche cosa di vero in queste ansie.
Che l’Italia abbia qualche cosa da fare; un dovere da compiere e un avvenire da preparare o da assicurare, qualche cosa di storicamente determinato e preciso, ai suoi confini, sulla sua strada, lo sappiamo tutti; anche quelli che lo negano e lo impediscono, con uno sforzo che finisce a definire con certezza sempre più semplice il problema presente.
Ma appunto perchè questo problema è essenziale e sostanziale nella nostra storia, non possiamo credere che si esaurisca con oggi. Quella ricostituzione della nostra gente, intera e attraversata ancora una volta sul cammino e contro l’urto dei vicini crescenti, quell’anticipazione del nostro avvenire per le antiche perpetuamente rinnovate vie del levante, che avremmo voluto realizzare oggi, sono tutt’una cosa con l’Italia. E l’Italia resta. Non finisce, non muore; anche se sembri ora esclusa dal dramma immenso, sorda