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358 | scritti di renato serra |
piccole chiose minute in margine ai libri; ma ha per compito di ripensare addirittura e ricostruire tutto l’universo artistico e morale.
Del resto l’affermarsi della critica, come interesse mentale esclusivo e come esercizio intero di tutte le capacità umane, tanto dell’intendere quanto dell’esprimere, e la parte presa, così dall’attitudine critica in genere come dai critici in persona e in particolare, nella cultura moderna, son cosa che non riguarda il 1913, e neanche l’Italia; nè se ne potrebbe dire in una cronaca.
È una vera e propria rivoluzione, e non soltanto letteraria; che va dal pensiero alla pratica, e dall’esigenza intellettuale di una sistemazione e risoluzione di tutti gli oggetti, come problemi di cultura, fino all’avidità individuale di una formula quasi taumaturgica per nuovamente creare e possedere tutte le cose umane, a nostro uso e consumo.
C’è in Italia un ideale critico, che informa di sè analisi e ricerche di letteratura e musica e arte in genere e erudizione e storia, in tutti i campi, riassumendo nella sua novità molto retaggio del passato, in un modo che sarebbe curioso a considerare; e vale poi più largamente come orientamento comune degli spiriti.
Ma queste son cose che tutti sanno. E basta averle accennate perchè ognuno possa collocare nella cornice conveniente le notizie spicciole, che qui si raccolgono.
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La critica letteraria si può dividere, molto in grosso, fra due categorie: dei giornalisti e dei professori (militante e cattedratica; estetica e sto-