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le lettere 305

solo, femminile; e sono i thè femminili, la natura svizzera, i fiori, i ricami, la protezione degli animali e delle donne perdute, l’educazionismo, l’umanitarismo, il montessorismo, tanti zitellonismi che nascondono qualche cosa di strano e profondo. La Negri ne ha colto certe impressioni intense. Si perdono un poco per la debolezza dell’artista, che non ha coscienza chiara di ciò che è nuovo; e si ferma, nell’espressione di quella sorta di crisi, ai punti più falsi, più deboli; cerca di dare il miglior rilievo alle pose di puritanismo, di eroismo femminile, fa delle tirate di sentimento, del moralismo, magari della pedagogia. Ma non importa: pochi ritratti e sensazioni e tristezze hanno un interesse di poesia; che non è certo, se si tolga quella singolare Vivanti, nelle altre donne che scrivono.

Resterebbero i versi dei giovani. Dei quali basterebbe fare una divisione per categorie; versi alla maniera di Guido; classicisti; liricisti; futuristi; e se volete, ritardatari (gli imitatori che son rimasti a Pascoli, a D’Annunzio, perfino a Carducci!). Basta dire il nome della categoria perchè ognuno sappia, con una sicurezza inesorabile, che cosa si può aspettare; argomenti, frasario, ambizioni; tutto è fissato e preciso; soggiungere il titolo del poema e il nome dell’autore, è una superfluità così oziosa!

Non proveremo neanche a descrivere meglio codeste categorie. Tanto varrebbe fare una rassegna di tutti gli elementi e curiosità e tendenze della nostra cultura. Rintracciare uno per uno i modelli ideali, le parentele, le figliazioni, e spesso anche, attraverso le letture di seconda mano, le contaminazioni e gli equivoci delle nostre cosidette scuole e novità poetiche, sarà compito degli