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le lettere | 245 |
edizioni Laterza e le edizioni Treves: un volume di D’Annunzio e uno di Croce. Lasciando stare le edizioni artistiche — sul tipo delle Arti Grafiche — e l’altra roba a dispense, scolastica, o popolare, tutto quello che c’interessa si può raccogliere nell’una o nell’altra di queste due classi. Che ci serviranno appunto a ordinare la nostra materia, sotto il titolo dei due scrittori che abbiamo ricordato sopra, e che si prestano quasi naturalmente, anche per l’impronta esterna e visibile delle pubblicazioni, a servir di regola a tutti gli altri.
Con che non si vuol affermare che la divisione sia molto profonda. Il tipo più netto, anche come materia tipografica, è quello del libro di cultura; che è quasi una specialità italiana di questi ultimi anni, ed è rappresentato da certi editori con una schiettezza, che ha un valore, non soltanto commerciale, ma morale. Una edizione Laterza, per esempio, offre certe garanzie di correttezza e di serietà, anche nel contenuto, a cui non posson pretendere nemmeno certe grandi collezioni straniere: l’etichetta Laterza val meglio certamente, a considerar tutto, che l’etichetta Alcan, per ricordarne una che pochi anni fa si imponeva. E accanto a Laterza sta bene Bocca, il piccolo audace volumetto di Carabba, e, in parte, Sandron; che s’allarga anche negli altri campi.
Più confusa è la fisionomia dell’altro tipo. In genere i nostri editori letterari tendono all’attualità, che li porta sempre più, col favore del pubblico, a entrar nel campo della cultura.
Editori letterari puri, che rappresentino una tradizione, si può dire che non ne abitiamo; e non ci son neanche, da noi, le edizioni legate a una rivista o a un gruppo di giovani, come ce n’è così