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242 | scritti di renato serra |
toccano subito le tre e le quattromila copie. Pensate, per esempio, al successo dei Colloqui di Guido Gozzano, poche pagine di poesia pura. E come lui, quanti altri, uomini e donne, autori di versi o di novelle o di critica!
Del resto c’è un dato di fatto, a cui accennavamo prima, e che nessuno può negare; il moltiplicarsi degli editori. I quali non potrebbero avere nè il richiamo a tentare, nè le risorse per reggersi e molto spesso ingrandirsi con rapida fortuna, se non ci fosse, come una base positiva e sicura, il favore del pubblico.
Aggiungiamo che questi editori non si limitano ad opera di pura e semplice speculazione, come potrebbero essere traduzioni, ristampe, diffusione e sfruttamento abile di poche cose fortunate; ma accolgono con una certa larghezza, che indica i bisogni e il desiderio del pubblico, nomi e cose nuove, di tutti i generi; e le cercano, e le pagano anche.
Non ci sarà da scialare; ma insomma, oggi come oggi, anche le lettere danno di che vivere.
I volumi stampati a spese degli autori son sempre molti, pure assai meno che ieri; per lo più, versi e bella letteratura di provincia. Il resto è pagato: saranno quelle due-trecento lire per una traduzione, per un libro di critica o di storia; quel dieci o quindici per cento sulla vendita del volume di novelle o di saggi, di cui si spacciano cinquecento o mille copie. Non è molto. Ma non è neanche poco se si tiene conto del valore che hanno in genere queste cose. Se c’è qualcuno che si levi dalla mediocrità, che si faccia leggere veramente, le condizioni e i compensi migliorano. E poi bisogna ricordarsi che ci sono anche i giornali, tutta la stampa periodica e quotidiana, in